LE NAZIONI CELTICHE

Con il termine Nazioni Celtiche si è voluto identificare quei paesi o quelle regioni il cui il gruppo etnico dominante è quello celtico, o più precisamente quelle aree in cui è ancora parlata la lingua celtica. Al momento le Nazioni Celtiche ufficialmente riconosciute dalla Celtic League sono solo sette:

Bretagna
Cornovaglia 
Irlanda 
Isola di Man
Galizia
Galles
Scozia

Di fatto però i parlanti “gaelico” all’interno di queste “nazioni celtiche” sono uno sparuto numero, seppure ancorati a forti legami con il passato e ben decisi a tramandare la tradizione alle nuove generazioni.

Maurizio Stefanini nel suo articolo "La musica dei druidi che incantò la destra"( Ideazione di gennaio-febbraio 2006) riassume "Le cinque lingue celtiche ancora vive non mettono insieme, tra tutte, che un milione e mezzo di parlanti: ottocentomila per il cymraeg; trecentomila per il gaelico d’Irlanda; duecentomila per il bretone; centomila per il gaelico di Scozia; poco più di un centinaio per il manx. In percentuale, sulla popolazione totale delle rispettive regioni, fa il 25 per cento in Galles; appena il 10 per cento in Irlanda, malgrado lo status di lingua ufficiale assieme all’inglese; il 7 per cento in Bretagna; il 2 per cento in Scozia; lo 0,2 per cento nell’Isola di Man. A essere pignoli, ci sarebbero anche alcune decine di entusiasti, o esaltati (dipende dal punto di vista), che stanno cercando di far rivivere il cornico, estinto in Cornovaglia fin dal XVIII secolo."

Si è incominciato a utilizzare il termine “musica celtica” e “danze celtiche” solo con il folk revival degli anni 60-70, fu allora che venne coniata l’etichetta “celtic”, per porre l’accento su una comunanza di tradizioni tra i parlanti gaelico, per la salvaguardia di un’identità ascrivibile a remote radici o riconducibile a un concetto di celtitudine non compreso nel dizionario, ma ben presente nell’immaginario del tempo.

E tuttavia è bene precisare che nessuna testimonianza della musica degli antichi Celti o Galli come dir si voglia è giunta fino ai nostri tempi, tutt'al più se ne iniziano a seguire le tracce nel Medioevo. La musica popolare iniziò a essere stampata nel Cinquecento su dei fogli che in Gran Bretagna erano detti “Broadsides” (in italiano "fogli volanti"): si vendevano per le strade, si trovavano affissi ai muri delle taverne, il testo non era scritto con la musica, ma s’indicava solo il titolo di una melodia tradizionale molto popolare e già conosciuta da tutti i suoi lettori. Sempre viva però rimase la trasmissione orale tra musicisti e appassionati, ovvero la gente comune, finché dal Settecento e più diffusamente nell'Ottocento, molti ricercatori e studiosi trascrissero melodie e testi nella compilazione di raccolte; si arriva infine al grande lavoro di ricerca etnografico e di registrazioni sul campo operato più sistematicamente nella prima metà del Novecento, quando la musica popolare stava scomparendo di pari passo con lo sgretolarsi delle comunità che l'avevano praticata.

Perciò con il termine di Musica Celtica, si è voluto intendere la musica popolare dei molti paesi europei dalle ormai remote origini celtiche (oltre alle nazioni celtiche riconosciute dalla Celtic League, altri paesi o regioni aspiranti al titolo sono ad esempio le Asturie e il Piemonte). Si comprendono anche quelle aree geografiche intercontinentali che hanno risentito dell’influenza della cultura celtica esportata dagli immigrati irlandesi e scozzesi negli Stati Uniti e nel Canada e più in generale s’includono anche le forme musicali rock basate sulle caratteristiche proprie della tradizione celtica. 

D'altra parte conoscere una lingua è anche avvicinarsi il più possibile alla cultura che l'ha generata e per dirla come Roberto Pagani "imparare una lingua solo perché ci piace come suona non è un’idea bislacca" perciò leggetevi il suo post Gàidhlig Albanach! – Introduzione al gaelico scozzese qui

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