L'ARCHITETTURA DEL NEOLITICO

Al tempo dei Mammut, nell’era glaciale o PALEOLITICO (Antica Età della Pietra) i primi Europei vivevano a Sud vicino al Mare Mediterraneo. Poi ci fu un cambiamento del clima, un riscaldamento tale da far sciogliere i ghiacciai con conseguente innalzamento degli Oceani. Questo radicale ma graduale mutamento segna l’inizio del Neolitico (Nuova Età della Pietra - dal 9000 al 6000 a. C.).

Secondo l'archeologia gli uomini migrarono verso le nuove terre al seguito degli spostamenti degli animali ed esplorarono vaste aree, fino a quando passarono dal nomadismo ai primi insediamenti stanziali - tra il 6000 e il 4000 a.C.

Quella che è stata definita la cultura megalitica (della Grande pietra)  dell’Europa è esistita dal 5000 al 1000 ac (tardo Neolitico e prima Età del Bronzo).
Sebbene sia ancora un mistero non ancora compreso l'architettura del neolitico presuppone ragionevolmente l'esistenza di viaggiatori (non giunti dallo spazio ma dal mare) che si prodigarono a diffondere tra le comunità di raccoglitori-cacciatori le pratiche agronomiche e le conoscenze di una civiltà andata semidistrutta a causa di un evento catastrofico.

LA CULTURA MEGALITICA EUROPEA

Si distinguono quattro tipi principali di strutture di pietra: pietre verticali isolate chiamati menhir; pietre verticali allineate (come nel complesso di Carnac-Bretagna); i cerchi di pietra –cromlech- di cui Stonehenge ne è l’esempio più famoso; pietre disposte a formare una camera (vani di roccia chiamati dolmen e gli enormi cumuli di terra con passaggi che portano a camere scavate nella roccia come Newgrange-Irlanda)

I MENHIR

I menhir (lunga pietra) sono pietre più o meno grezze e di varie dimensioni infisse nel terreno, talvolta incise su tutta la lunghezza con motivi decorativi o simbolici. Si trovano sia isolate che a gruppi.

Molti studi archeoastronomici hanno dimostrato che i menhir, furono eretti con il chiaro scopo di essere utilizzati per segnare il sorgere o il tramontare sulla sfera celeste di particolari oggetti astronomici, quali il Sole ai solstizi, la Luna e le principali stelle in levata eliaca o lungo il meridiano locale. Infatti dall'analisi di molti templi si è dimostrato che le popolazioni neolitiche potevano essere in grado di calcolare la linea equinoziale, la linea meridiana e di accorgersi della precessione degli equinozi.

L'ALLINEAMENTO DELLE PIETRE

Una serie di menhir allineati formano una precisa geometria definita in iglese "ley lines". Il più importante complesso con tale geometria si trova  a Carnac nel Morbihan (Francia) è composto da sette file principali di 1029 pietre erette di altezza decrescente e distribuite su 1128 metri. A ovest, dove si trovano le pietre più alte, esisteva un circolo oggi distrutto. Questi complessi mostrano come le popolazioni che li costruirono fossero in possesso di alcune basilari regole di geometria. Infatti, molto spesso, i rapporti tra le distanze di alcune pietre sono delle terne pitagoriche oppure, come scoprì l'inglese Thom, sono multipli di un'unità lineare base detta "iarda megalitica" pari a 0,829 metri.

I CERCHI DI PIETRA

Pietre megalitiche disposte in cerchio sono detti cromlech- e Stonehenge in Inghilterra ne è l’esempio più famoso, ma cerchi di pietra sono dissemintati un po' ovunque per le campagne d'Europa, alcuni dimenticati o cancellati dall'incuria, altri diventati località turistiche e immancabile meta degli appassionati di Celtismo.

I DOLMEN

I dolmen (tavola di pietra) sono formati da due a quattro enormi lastre di pietra (che pesano spesso parecchie tonnellate ciascuna) sulle quali poggiano pietre ancora più grandi. Solitamente i dolmen sono situati all'interno di un tumulo di pietra (il cairn) che li avvolge quasi completamente e che può essere circolare, poligonale o quadrangolare, talvolta molto allungato e delimitato da un muro a secco o da lastre erette. I dolmen sono monumenti funerari con funzione di tombe collettive. 

I grandi cumuli con camera come Newgrange in Irlanda, sono i più imponenti tra le costruzioni megalitiche e sono orientate per essere esattamente allineate con periodi chiave dei cicli solari (date di equinozio e solstizio), lunari e stellari (alzata eliaca). Probabilmente erano templi, eretti per rendere omaggio alle divinità e al culto degli antenati..
Secondo la mitologia  Newgrange era  il Brug na Boinne o «Palazzo del fiume Boyne»: Dimora del Dagda e poi del figlio Aengus (Oengus) e degli dèi più importanti. Il tumulo sorge sulla riva settentrionale del fiume Boyne, a est di Slane (contea di Meath). (vedi)

La costruzione di questi monumenti deve aver richiesto uno sforzo notevole e prolungato dell’intera popolazione anche in più generazioni successive. Massi di granito, pesanti molte tonnellate, sono stati trasportati per parecchi chilometri dal luogo dell’estrazione e la messa in opera deve aver richiesto l’intervento di centinaia di uomini ben organizzati, divisi in squadre specializzate e soprattutto fortemente motivati. Solo l’edificazione di un centro rituale di riferimento per un dato territorio e un controllo politico centralizzato rendono pensabile e giustificabile un tale dispendio di energia.

AREE SACRE NEI LUOGHI ALTI

Ricerche condotte negli ultimi trent’anni che uniscono archeoastronomia, mitologia e monitoraggio dell’energia geofisica, hanno dimostrato che i cerchi di pietre servivano sia da centri cerimoniali, sia da strumenti di osservazione astronomica. Questi cerchi di pietre, secondo la geomanzia, sono situati in luoghi con anomalie geofisiche misurabili che sembrano fluttuare in intensità radiante a seconda delle influenze cicliche dei diversi corpi celesti; l’architettura di questi cerchi di pietre fu ideata per determinare in modo visivo quei particolari periodi di aumentata potenza energetica nei siti; e quei periodi erano usati dalla popolazione per una gamma di scopi terapeutici, spirituali e divinatori. La tradizione del pellegrinaggio in epoca megalitica consisteva perciò nel fatto che la gente viaggiava grandi distanze per visitare siti che si sapeva avere poteri specifici.

Oggi, sentiamo la moderna scienza, parlare delle correnti energetiche terrestri, che prendono il nome da studiosi come il tedesco Hartmann e l’inglese Curry: avvalendosi della collaborazione di ingegneri elettronici e di radioestesisti, si è scoperto che i luoghi sacri agli antichi celti (templi megalitici antecedenti alla loro storia), sono luoghi di forte concentrazione energetica.
I Druidi chiamavano queste “linee” energetiche, “le ossa del drago”.
L’elettromagnetismo (non esiste magnetismo privo di elettricità e viceversa) è uno dei fondamenti della vita stessa e i Druidi, profondi conoscitori della Terra, erano consapevoli delle correnti energetiche terrestri e delle proprietà di queste.
L’elettromagnetismo terrestre ha una frequenza di 7,65 hertz e un valore di 0,44 microTesla, e molti di noi hanno provato una certa energia a trovarsi sui pavimenti di alcune chiese antiche o di luoghi particolari o sulla sommità di molti massi erratici: si sono sentiti bene o magari si sono sentiti male, questo indica proprio che la terra è viva e attraversata da correnti energetiche positive e negative.
Quindi se noi costruiamo un cerchio di pietre, dove all’interno abbiamo circuito le zone energetiche, possiamo ottenere una specie di tempio energetico e i druidi hanno utilizzato questi antiche strutture per i loro rituali religiosi, perché questi luoghi energetici, possono favorire esperienze di “altitudine mentale e psichica” e perché no, anche sensazioni di essere attraversati da flussi energetici dai piedi alla testa, che sicuramente hanno qualcosa di terapeutico. 
Ecco perché luoghi come Stonehenge, Avebury, Carnac, e altri sparsi in un po’ tutta l’Europa, anche in Italia, ancora richiamano le persone con un senso di rispetto e di sacralità. (Suacan Ruadh)

AREE SACRE DEDICATE AL CULTO DELL’ACQUA

Le più recenti scoperte inoltre inducono ad allargare l’area del megalitismo di tipo “europeo” ai lidi Nord Africani, ma per stabilire se la cultura megalitica sia nata nell'Europa Atlantica e si sia poi diffusa a Oriente, o se invece avvenne l'esatto contrario, sarà opportuno attendere i futuri ritrovamenti archeologici.

Molti cerchi di pietre sono stati identificati recentemente in località sommerse dall’acqua, un’interessante teoria è stata avanzata legando i megaliti al movimento del mare e attribuendo la loro costruzione ai primi insediamenti costieri nell’era glaciale. L’uomo pescatore del Neolitico aveva già imparato a convivere con il fenomeno delle maree, e i suoi insediamenti dovevano certamente sorgere ad una certa distanza di sicurezza dalla linea costiera, ma lo scioglimento dei ghiacci lo colse impreparato. Qualcuno finalmente collegò la connessione esistente tra le fasi delle maree e quelle lunari, e tra i differenti livelli di alta marea in funzione della diversa stagione dell'anno.

La relazione mentale che instaurò tra gli astri e le maree fu di tipo magico-religiosa e così la soluzione, ossia costruire complessi monumenti di pietra con molteplici funzioni: quella di calcolare o segnalare la stagione e la fase lunare di maggiore (o minore) altezza della marea, quella di misurare stagionalmente il livello di avanzamento dell'acqua, e quella di impetrare magicamente il favore del cielo per scongiurare l'avanzata del mare.

Quando il livello del mare si stabilizzò i discendenti di quegli uomini in fuga dai litorali dovettero pensare che le divinità solari e lunari avessero finalmente gradito le invocazioni, le cerimonie e la stessa architettura megalitica tramandata dai propri avi. Per scongiurare ulteriori pericoli si consolidò così una vera e propria religione di tipo celeste, che riconosceva come divinità supreme il sole e la luna.

Nel sud dell'Egitto, in pieno deserto sahariano, a Nabta Playa, 100 chilometri ad ovest di Abu Simbel, sono stati ritrovati i resti di cinque file di menhir, due dei quali allineati secondo i punti cardinali. Vicino a questi c'è anche un circolo di pietre molto simile a Stonehenge anche se più piccolo, e come l'equivalente inglese orientato anch'esso al solstizio d'estate (e secondo alcuni studiosi anche con la costellazione di Orione).

Il “cromlech” egiziano venne costruito intorno al 5000 a. C. da genti che ripresero possesso di quei luoghi dopo che erano stati abbandonati a causa di un lungo periodo di siccità. Gli archeologi che hanno studiato i megaliti, hanno concluso che il calendario di pietra servisse a segnalare l'arrivo della stagione dei Monsoni, e quindi della preziosa pioggia. A conferma di ciò si è potuto rilevare che le strutture di pietra sorgevano sulle rive di un antico lago, e che alcuni dei menhir dovevano giacere immersi nell'acqua, forse con la funzione di valutarne il livello.

MUTE TESTIMOGNIANZE

Oggi dei monumenti neolitici restano ancora molte tracce, purtroppo già dal loro abbandono alcuni sono stati smontati e distrutti, per ricavarne pietre da costruzione o per cercare improbabili tesori. Molte tombe megalitiche tuttavia continuarono ad essere usate come luoghi di sepoltura anche nell’Età del Ferro dalle popolazione celtiche e molti cerchi di pietra mantennero un ruolo importante ben oltre la scomparsa dei loro costruttori.

Con l’avvento del cristianesimo, i primi evangelizzatori contrastarono tenacemente queste pietre pagane considerate sacre dalle popolazioni locali. Le fecero distruggere e seppellire o, al contrario, ne tentarono una cristianizzazione con l’aggiunta di croci e simboli cristiani o inglobandole nei nuovi edifici religiosi.

Il loro fascino potente ha suggestionato il folclore popolare con riti magici, perlopiù legati alla fecondità che resistono fino ai giorni nostri, con leggende di fate, giganti, nani e folletti che permangono in molti toponimi e nomi pittoreschi.

(Cattia Salto)

LIGURIA - PIEMONTE